Sassi contro il
preside:
Il 16 gennaio 1883, il preside Del Seppia venne preso a sassate da alcuni
studenti. Fu solo il più grave dei numerosi atti di indisciplina di quell'anno
scolastico.
I responsabili dell'episodio furono individuati e solennemente puniti. Tre furono espulsi
, quattro sospesi per quindici giorni ed esclusi dagli esami di prima sessione, sei
esclusi soltanto dagli esami di prima sessione. Ecco una lettera al preside di uno dei tre
espulsi:
Coll'animo aggravato da forte dolore io mi rivolto a lei come quegli che in parte il
può lenire. La prego, non voglia comunicare la sconfortante notizia ai miei parenti e
amareggiare in tal guisa chi mi porta tanto affetto, almeno fino a che presentatisi coloro
che mi indussero al fallo e radunato il consiglio non abbia preso altro provvedimento.
L'interna mia ambascia è già per sé sola assai pena al mio cuore. Mi affido alla bontà
sua. Abbiate pertanto la mia anticipata gratitudine e sono suo umile servo. Silvio
Linguerri.
L'indecente
condotta di un professore
E' stato riferito a questo
ufficio che il prof. Cipelletti (...) è entrato in soverchia intimità con la Signora
Nerina Bianchedi vedova Lusa e con la costei figlia sposa di certo Ercole Placci, coniugi
legalmente separati; che tale intimità dà luogo a pubbliche dicerie, per cui nella
famiglia Placci esistono vivi risentimenti, tanto che il marito Sig.Ercole Placci ebbe un
vivace incidente col prof.Cipelletti con reciproche minacce, che presso il pubblico è
gravemente compromessi il decoro del Professore il quale dovrebbe perciò essere
trasferito ad altra residenza. Prego la S.V. di voler assumere con la maggiore
riservatezza informazioni in proposito e di comunicarmele tosto con le relative proposte.
(4 aprile 1905, lettera riservata del provveditore al preside. Effettivamente l'anno
successivo il professore risulta trasferito)
Il nepotista
Da due anni siamo studenti di
codesto Regio Liceo, e fin da principio ci fu fatto di notare non poche stranezze nel
prof.Pietro Tassis insegnante di lettere classiche in questo R.Liceo. Malgrado che il
suddetto professore nulla facesse delle sue materie, pure, e riconosciamo in ciò il
nostro fallo, lo sopportammo perché ben poco pretendeva da noi. Siamo giunti ora al terzo
corso e abbiamo pur dovuto notare un maggiore alteramento delle facoltà mentali del
prof.Tassis.
Cominciamo col dire che, benché sussista un orario interno delle lezioni, che egli, si
può dire, cambia ogni giorno, a questo non si attiene, sicché noi ci troviamo
nell'impossibilità di conoscere quali fatti e quali lezioni tocchino nei vari giorni,
come pure in quali giorni si debbano presentare i compiti di casa. (...) Nella sua mente
regna il massimo disordine, come appare pur dalle sue lezioni nelle quali egli passa da
una cosa a un'altra da quella indipendente. Riguardo alle lezioni a memoria, benché, per
dire il vero, abbia in ciò ben limitate pretese, pure assegna cose che non ha punto
spiegate rendendo in tal modo difficile per non dire impossibile l'impararle. I lavori
scritti in classe si fanno in un tempo molto breve, durante il quale egli non fa che
gridare o narrare fatterelli impedendo così qualsiasi attenzione. (...) Strepita ed urla
spesso senza alcun motivo, indirizzando anche alle volte epiteti punto confacenti al
rispetto che si deve alla scuola, contro coloro che egli dice essere suoi nemici.
E' tra noi il figlio del prof. in questione, il quale, pur essendo dal padre additato come
esempio di sapere e di diligenza, si trova molto deficiente nelle altre materie; e ciò
diciamo non per erigerci a giudici suoi; ma soltanto per far comprendere come dai voti che
il figlio riporta nelle altre materie, dipendano in parte le nostre classificazioni in
Latino e Greco; giacché il prof.Tassis ha più volte tenuto in classe simili discorsi:
"Se gli altri professori danno degli zeri a mio figlio, perché non dovrò darne io a
voi?"
20 dicembre 1899. La lettera riporta la firma di tutti gli alunni della 3A meno uno:
chi?
(sullo stesso insegnante)
Non mi pare fuori di luogo far sapere alla S.V. come in questi ultimi giorni dopo
l'Ispezione [si riferisce all'ispezione che era stata sollecitata dal preside a carico del
prof.Tassis che era stato contestato dagli studenti] io sia diventato a Faenza un Preside,
dirò così, celebre, perché lasciando anche stare le iscrizioni su per i muri delle case
qua e là e presso l'Istituto, mi si volle onorare anche meglio attaccandosi la sera del 5
(di notte, s'intende) due cartellini scritti e ieri sera molti di più stampati.
E' inutile che io dica alla S.V. che se la cosa si riferisse a me personalmente, sarei
proprio molto meschino ad occuparmene; ma riferendosi a me Preside mi pare di dover
sottoporla alla considerazione di Lei, e specialmente se si pensi che se si scrive morte a
me, la polizia potrebbe anche non interamente ignorare che ci sono delle iscrizioni di
Viva il Tassis per dare, se occorre, un po' più di luce alla cosa e che ad ogni modo
sarebbe bene che il vivo e il morto cessassero.
Lettera al Provveditore del 7 aprile 1900. Pare che il preside Del Seppia sospetti proprio il prof.Tassis di
essere l'autore delle scritte.
Lo scalmanato
al R.Provveditore - Ravenna
Giudico mio dovere, nell'assenza del Sig.Preside, di informare la S.V.Ill.ma che da
qualche giorno il prof.Rodigliero di questo R.Liceo dà segni di agitazione mentale
piuttosto gravi. So che si è recato dal sindaco di qui a fargli un racconto stranissimo
di brutture domestiche, esprimendo il desiderio di separarsi dalla moglie: per quanto mi
consta le cose narrate dal professore non hanno alcun fondamento di verità, ma so anche
che in casa di lui avvengono frequenti scenate provocate dal suo carattere irascibile e
sospettoso: tanto che il Sottoprefetto ha disposto un servizio di sorveglianza presso la
casa stessa, onde impedire possibili guai. Stamane poi detto professore è venuto da me
alle 5.15' ad avvertirmi che, per affari suoi, doveva partire da Faenza e a chiedere tre
giorni di licenza: so , difatti, che è partito con un suo figlio. Tali le condizioni
attuali del prof. Rodighiero; devo però aggiungere che in questi giorni, cioè dal 22 ad
oggi,. in classe non ha dato motivo di apprensione
(27 maggio 1911. La firma illeggibile è di un insegnante che fungeva da vice
preside)
Discoli
Il giorno 9 corrente mentre io
faceva lezione agli alunni di 2a e 3a classe, il sig. Violani Orazio alunno di 1a classe
si mise cavalcione nella prima finestra del corridoio della Scuola Tecnica; lo invitai per
ben tre volte a voler scendere ma tutte le mie preghiere furono inutili, allora io,
lasciando le squadre in lezione, andai dal Sig.Violani e con buone maniere tornai ancora a
pregarlo acciocché scendesse; vedendo che le preghiere non giovavano ci dissi: "o
scenda o faccio chiamare il Preside"; ed il signor Violani mi rispose così: o Lei
faccia pur chiamare il Preside e chi gli pare e piace.
Italiano Riderelli Maestro di Ginnastica, 1883.
Mi duole di avvertirla che il figlio
suo Marcello, alunno della 2a classe del Liceo, per avere percosso in iscuola e
maltrattato per istrada un compagno che gli negava la traduzione latina, è stato da me
allontanato dalle lezioni di domani. (...) Il preside E.Chiorboli
Faenza, 13 novembre 1924
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