Il rapporto uomo natura nel campo architettonico-ingegneristico

 

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EDIFICIO PER UFFICI A TORRE, Hannover, Germania, Herzog + Partner, Thomas Herzog

La torre concepita nel 2000 in occasione dell’Expò internazionale denominata “Uomo-Tecnologia-Ambiente”, ha rappresentato per il famoso architetto tedesco l’occasione per misurarsi col complesso tema della ecosostenibilità e della efficienza energetica negli edifici alti, prevalentemente destinati alle dispendiose (in termini energetici) attività di tipo terziario, per le quali difficilmente un tempo si riusciva a scendere al di sotto degli standard prestazionali di 300 kWh/mq annui. In questo caso si è dimostrato che si può arrivare fino a quattro quinti di riduzione di tali parametri di consumo. L’edificio è dotato di un importante sistema di isolamento continuo con doppia parete ventilata che abbraccia l’intero edificio alternando partizioni vetrate a quelle opache. Il modello di comportamento bioclimatico è finalizzato nel complesso a produrre durante tutto l’anno raffrescamento e riscaldamento “passivi”, chiamando a collaborare la lama d’aria-filtro del doppio involucro, con un sistema esterno di schermatura mobile, con il sistema interno dei solai che in questo edificio sono concepiti come una serie di piastre termiche attive, capaci di assorbire e cedere calore senza sostanziali dispendi energetici.

In inverno la parete ventilata limita le dispersioni termiche annullando la possibilità di ponti termici e punta, laddove è trasparente, a innescare benefici effetti-serra, insieme ai solai che divengono vere e proprie “piastre termiche”. In estate l’involucro limita l’immissione di energia dovuta all’irraggiamento solare. Le lamelle frangisole in facciata impediscono ai raggi indesiderati di entrare all’interno dei singoli spazi. Inoltre la torre intercetta alla base la ventilazione per captarla all’interno, mentre in alto viene espulsa. L’aria esterna più fredda e ricca di ossigeno viene fatta entrare dal basso e il suo flusso è regolato da aperture manuali presenti nei vari uffici. L’aria interna più calda e ricca di biossido di carbonio viene invece fatta uscire, completando il ricambio dell’aria. Questo meccanismo è simile a quello presente nei termitai: l’aria esterna più fredda entra nella parte bassa, passa nella zona più fresca dove vivono le termiti, e una volta riscaldata esce all’esterno. Il tutto è reso possibile dal muro poroso del termitaio fatto di fango e saliva.

Durante tutto l’anno le prestazioni del comfort bioclimatico della torre sono quindi ottenute con la sistematica regolazione, autoadattante, della doppia membrana esterna. In particolare lo strato più esterno, col sistema dei brise soleil mobili, protegge la facciata dall’irraggiamento solare quando richiesto. Dietro questo primo strato c’è la doppia facciata in vetro, che aprendosi o meno regola il controllo della temperatura interna.

In natura animali e piante, per proteggersi dalle condizioni esterne estreme, sono dotati di un doppio strato di peli o penne che funge da isolante e da filtro. È ciò che accade nella facciata di questo edificio, il cui doppio sistema di membrana esterna, dotato anche di elementi di schermatura mobile, emula i meccanismi propri della maggior parte degli organismi viventi.

L’applicazione delle soluzioni tecnologiche presenti in questo edificio richiama i contenuti del famoso scritto di Herzog “Il senso del dettaglio”, nel quale prefigurava la necessità di affrontare consapevolmente l’impegno di curare, nel progettare architettonico contemporaneo, la qualità delle soluzioni materiche, componentistiche e sistemico-tecnologiche dell’architettura, in quanto le uniche in grado di riuscire a risolvere la questione della sostenibilità ambientale negata, dell’efficienza energetica difficilmente raggiunta, dell’efficacia ecologica, del comfort bioclimatico ignorato.

 

 

 

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