NUOVO CAVALLO DI TROIA?
Le cellule staminali svolgono un ruolo decisivo nella formazione di metastasi (complesso di cellule maligne che si staccano dal tumore e si diffondono nel corpo): esse nella fase più avanzata del tumore sostituiscono le cellule danneggiate dalla malattia, venendo però coinvolte nel cancro. Grazie alla loro capacità di crescita illimitata e alla resistenza alla chemioterapia e alla radioterapia perché per la maggior parte del tempo dormienti, risultano difficili da trovare e ancora più difficili da sconfiggere. Studi recenti hanno dimostrato che i tumori più aggressivi presentano più staminali tumorali, per questo la ricerca su un farmaco che blocchi la crescita illimitata di queste cellule o perlomeno la controlli viene ad essere fondamentale per lo sviluppo di una terapia contro il "male del secolo".
Particolare forma di tumore è la leucemia, cancro che colpisce le cellule del sangue, causato anche da una proliferazione incontrollata delle staminali, proliferazione che interferisce con la crescita e lo sviluppo delle normali cellule ematiche. Vantaggioso è l'utilizzo di cellule staminali da cordone ombelicale per bambini e adulti affetti da leucemia, che hanno bisogno di trapianto urgente di midollo poiché il donatore non deve necessariamente essere compatibile con il paziente. Una ricerca, partita nel 2000 e ad oggi ancora in fase di sviluppo, sta portando avanti una tecnica innovativa in grado di ridurre il problema del rigetto delle cellule staminali nel trapianto di midollo osseo: il trapianto intra osseo. Questo nuovo tipo di approccio consentirebbe di ottenere attecchimenti in ogni caso, anche nel momento il cui la dose cellulare (come nel caso delle staminali da cordone ombelicale) è modesta.
Il mieloma multiplo è una forma di cancro che colpisce le plasmacellule, cellule che vanno a costituire il sistema immunitario. Per poter trattare i pazienti con la chemioterapia, è necessario ricostituire il sistema linfoide con le staminali ematopoietiche, attraverso la leucoaferesi (tecnica che consiste nel prelevare sangue dal paziente, nel privarlo dei leucociti e nel rifonderlo successivamente nell'individuo), per poi subentrare con il trapianto di midollo osseo.
Tanti sono gli studiosi che ritengono che, se geneticamente modificate, alcune cellule staminali ematopoietiche possano produrre il farmaco necessario contro vari tipi di cancro, per questa ragione la ricerca si sta ulteriormente sviluppando proprio su queste particolari cellule affinché il cancro sia sempre più curabile.
Cellule staminali e Parkinson
Il morbo di Parkinson è una malattia devastante, causata dalla perdita progressiva delle cellule nervose, che producono dopamina (importante neurotrasmettitore cerebrale, presente in concentrazioni particolarmente elevate in specifiche e molto profonde aree del cervello) e che si trovano in una regione del cervello detta "substantia nigra". Ad oggi non vi è una vera e propria terapia per combattere questa malattia, ma una possibilità sembra esserci data dalle cellule staminali: pare che prelevare staminali e fare in modo che si differenzino in cellule che producono dopamina nelle aree carenti rappresenti concretamente una terapia in potenza. I risultati ottenuti sono abbastanza modesti grazie soprattutto all'attività di tredici industrie "biotech" che stanno sviluppando terapie con le staminali embrionali.
Cellule staminali e SLA
SLA è l'acronimo di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Causando l'infiammazione dei motoneuroni e non permettendo l'attività dell'apparato muscolare, la SLA costringe alla paralisi e ad uno stato d'impossibilità a badare a se stessi. Prelevare cellule staminali dal sangue per ematopoiesi potrebbe portare ad una possibile cura per l'infiammazione dei motoneuroni e quindi ad una nuova possibile arma per combattere e vincere questa malattia.
Cellule staminali e Alzheimer
Molto recentemente si è scoperta la possibilità di iniettare cellule staminali nel cervello per permettere la ricostruzione dei neuroni, persi a causa dell'Alzheimer, e così ristabilire la memoria persa: queste staminali andrebbero a svolgere un ruolo di fertilizzante nel cervello, fondamentale per la riformazione dei neuroni danneggiati dalla malattia anche grazie ad una particolare proteina (BDNF) che stimola i neuroni già esistenti a formare nuove connessioni tra loro e quindi cercare di riparare ai danni di questa terribile patologia.
Cellule staminali e Sclerosi Multipla
Nuova frontiera per la ricerca sulla sclerosi multipla grazie alle cellule staminali: tutto grazie a Ben.
Il "Daily Telegraph" racconta la storia di questo ventenne australiano, Ben Leahy, a cui la sclerosi multipla era stata diagnosticata nel 2008 ed era progredita tanto in fretta da togliergli molto rapidamente l'uso delle gambe e spingere i medici a sottoporlo ad una nuovissima terapia ancora in sperimentazione, basata sulle cellule staminali. Questo trattamento andava a focalizzarsi sul sistema immunitario, che nei malati di sclerosi va fuori controllo e finisce coll'attaccare alcuni nervi, portando a conseguenze molto gravi su vista e equilibrio. Consci di ciò, gli esperti hanno prelevato alcune cellule staminali del midollo osseo di Ben, le hanno trattate in laboratorio con un mix particolare di sostanze chimiche per annullare le sue difese immunitarie e le hanno successivamente reinserite nell'organismo del ragazzo: in sostanza, è come se il sistema immunitario del soggetto sia stato spento e riavviato, come un computer.
I risultati sono stati più che positivi. Spiegano gli esperti che si tratta di una terapia nota già da parecchi anni, ma fino ad oggi poco stimata a causa dell'alta mortalità. La ricerca, però, grazie anche alla sperimentazione su soggetti realmente affetti dalla malattia, come Ben, potrebbe ridurre notevolmente questa percentuale di morte e giungere a eliminare quasi del tutto gli effetti di questa malattia, anche grazie all'importantissimo apporto delle cellule staminali.
Cellule staminali e diabete
Recentissimi studi condotti nel Queen Elizabeth Hospital (Australia), ad opera del dottor Krishnan e del suo team di ricerca, hanno condotto ad intravedere nelle cellule staminali una possibile cura per il diabete di tipo 2: esso è il più diffuso nel mondo occidentale e colpisce il 90/95% dei diabetici. Gli effetti che questa malattia porta colpiscono molte parti del corpo, provocando problemi renali, danni al sistema nervoso e cecità. Si è pensato di utilizzare le cellule staminali per questa malattia, sperimentando una possibile terapia che le sfrutti sui topi, a cui è stato indotto il diabete di tipo 2: è stata somministrata una singola dose di cellule staminali, prelevate da un soggetto umano diabetico, e in seguito iniettata in 35 topi. Si è osservato che nei roditori si è verificato un significativo aumento dell'insulina e una riduzione del glucosio: ciò indica che, sebbene la ricerca sia ancora in corso, i risultati sono molto promettenti e una nuova terapia potrebbe essere dietro l'angolo.
Cellule staminali e ictus
Nel 2009 un team di scienziati inglesi ha realizzato una interessante ricerca sull'utilizzo delle cellule staminali in caso di ictus: questo gruppo di studiosi ha impiantato delle sfere, realizzate in materiale biodegradabile, piene di cellule staminali nelle cavità che si creano tra i tessuti neuronali a seguito di un ictus, riparando i danni cerebrali. La presenza di queste sfere si è resa necessaria poiché se impiantate direttamente, le staminali andavano a riprodursi all'interno delle zone sane del cervello e non in quelle malate. Questo esperimento comporta un notevole passo avanti nella lotta contro questo vero e proprio attacco al nostro sistema nervoso, rappresentato dall'ictus: il percorso da compiere è ancora molto lungo, ma gli scienziati sono fiduciosi e convinti che con le dovute sperimentazione le cellule staminali potrebbero rappresentare una risorsa estremamente importante anche contro l'ictus.
Cellule staminali e AIDS
A Berlino nel 2007 un paziente affetto da leucemia viene curato con una terapia a base di cellule staminali, ma inaspettatamente guarisce dall'Hiv. Prima del trapianto necessario all'iniezione delle staminali, il soggetto era stato sottoposto a cicli di chemioterapia che avevano notevolmente indebolito il suo sistema immunitario; in più, era stato assunto farmaci immunosoppressivi, che non avrebbero permesso un possibile rigetto delle cellule impiantate nel suo organismo. Queste cellule però si è scoperto essere "speciali" in quanto caratterizzate da una mutazione (mancano del recettore CCR5, necessario all'Hiv nei primi stadi della diffusione) e presenti nell'1% dei caucasici. Queste particolari staminali si sono riprodotte nel paziente e ne hanno permesso la guarigione dall'AIDS, insieme al cancro, considerato il male del secolo.
Cellule staminali e Duscen
All'ospedale "San Raffaele" di Milano è attualmente in sviluppo una ricerca sulla possibilità di cura dalla Sindrome di Duscen attraverso le cellule staminali: la terapia consisterebbe nel trapianto di alcuni mesoangioblasti, cellule staminali specializzate nel ricreare i muscoli, precedentemente donate da familiari del paziente. Il trapianto avverrebbe per via intra-venosa: un'iniezione a tutti gli effetti. Fino ad ora uno è stato il caso in cui questa nuova tecnica è stata applicata con risultati abbastanza soddisfacenti, ma ciò non toglie che le possibilità di sviluppo di questa terapia non permettano un giorno di poterla applicare ad un numero sempre maggiore di soggetti (soprattutto bambini) affetti da questa sindrome.
Cellule staminali e trauma cranico nei bambini
Il neurochirurgo Charles S. Cox rende noto insieme alla sua equipe che, nel caso di un bambino vittima di un trauma cranico, se si prelevano cellule staminali dal suo midollo e, dopo averle accuratamente trattate, le si impiantano nuovamente nell'organismo non oltre 48 ore dopo l'incidente che ha provocato il trauma, notevoli sono le possibilità di evitare le grosse complicazioni e i successivi handicap permanenti che subentrano a causa dello stesso. Così le staminali vengono ancora una volta in nostro soccorso, fornendoci una importantissima mano nella cura di patologie davvero gravi.
Utilizzo recentissimo delle cellule staminali si ha a seguito del terremoto in Giappone e della conseguente esplosione di un reattore nella centrale nucleare di Fukushima: le autorità giapponesi stanno prendendo in considerazione la possibilità di prelevare cellule staminali dagli operatori impegnati nella centrale prima dell'esposizione alle radiazioni, in maniera tale da potersene servire nel caso in cui si manifestino conseguenze da un punto di vista fisico sui soggetti. Infatti, se prelevate prima dell'esposizione e quindi sane, le staminali potrebbero essere utilizzate nel momento in cui si renda necessario un trapianto per cercare di arginare gli effetti delle radiazioni sul corpo di chi opera a contatto con esse.