Antonio Graziadei
Finito il Ginnasio di Imola, uscii dalla tutela ormai troppo pesante del Maestro Cenni e feci i primi due anni di Liceo a Faenza. Alcuni dei nostri Professori erano anticlericali ed evoluzionisti. Facevano aperta propaganda delle loro idee e patrocinarono una commemorazione studentesca di Giordano Bruno. Molti dei miei compagni, ed io con essi, seguivamo con entusiasmo un tale indirizzo.
Dalla vicina Casola Valsenio scendeva spesso a Faenza Alfredo Oriani. Egli si compiaceva di pontificare in un caffè del centro, circondato da numerosi ammiratori. Era di alta statura ed aveva un viso maschio con occhi profondi. A me non piacque mai. Senza dubbio era un uomo di molto ingegno. Ma si capiva che era inasprito dalla mancanza di successo e dalla scarsità delle entrate.
I suoi atteggiamenti davano sempre una impressione di posa, ed i suoi sentimenti erano troppo meschini rispetto all'altezza dell'intelletto. Parlava per antitesi spesso felicissime; ma quasi sempre sotto lo splendore della forma si nascondevano i luoghi comuni di un pensiero reazionario.
In sintesi egli era un tipico esponente della piccola borghesia rurale romagnola
Ricordo di averlo visto una volta passeggiare con Gabriele D'Annunzio che faceva allora l'anno di volontariato a Faenza in un reggimento di cavalleria.
Il contrasto non poteva essere maggiore. Oriani aveva una figura imponente: d'Annunzio pareva ancora più piccolo sotto l'elmo del suo reggimento. Oriani ostentava un vestito grossolano da cacciatore ed un fare da campagnolo; d'Annunzio era di una accuratezza impeccabile. Eppure sotto forme così diverse essi si somigliavano moralmente: erano entrambi schiavi del loro provincialismo e del loro individualismo piccolo borghese.
Antonio Graziadei, Memorie di trent'anni. 1890-1920, Roma, Rinascita, 1950, p.23.
Antonio Graziadei, (Imola, 5 gennaio 1873 – Nervi, 10 febbraio 1953), uomo politico ed economista, ricorda nella sua autobiografia i due anni trascorsi al Liceo Torricelli.