Il Regio Liceo
Giuseppe Donati
(Faenza, 1889 - Parigi, 1931)
Vi affluisce una discreta quantità di studenti con le abitudini convenzionali della classe studentesca.
I tre professori Beltrami [in realtà Beltrani, n.d.r.], Messeri e Buonamici hanno pubblicato alcuni studi pieni di buon volere quantunque
non sempre felici. La cultura del Beltrami per esempio non oltrepassa una specie di verbalismo carducciano con
certe misure estetiche odoranti di convenzionalismo rettorico; eppure il suo buon senso didattico ha rialzato
il morale letterario del nostro Liceo, che era caduto assai in basso sotto i suoi predecessori. Anche il Buonamici
è un professore per bene, che studia e sta al corrente della filosofia moderna; ma poi non giunge a superare quel
comune eclettismo di erudito che gli studenti rispettano ma non amano. Perciò tanto il Buonamici quanto il Beltrami non sono
riusciti a menar di sè lo scalpore del terzo collega, il Messeri, che trovasi a Faenza da circa due lustri; durante i
quali si è interessato di politica e la sua autorità di professore di storia lo ha reso cospicuo tra i clericali irati e i giacobini
entusiasti. Egli pertanto ha saputo trapassare con egregia disinvoltura dalla scuola alla gazzetta e da questa a quella, ammirato e rispettato per la sua
fede di libero pensatore, la frase fatta che impicciolisce il suo spirito al disotto della sua stessa dimensione fisica.
Perocchè non giungerà mai a farsi perdonare la nessuna coltura filosofica in nome della quale ha osato proclamare morte
troppe cose che egli non conosce. Un suo testo di storia moderna, ad uso anche delle persone colte, ci attesta tutto il convenzionale del suo insegnamento, scialbo e ciarliero:
c'è dentro un certo soggettivismo (intemperante anche dopo le recenti correzioni) che accusa la scapestreria d'un monello poco originale. Lo si crederebbe giovane e sfaccendato, invece è maturo d'anni e dedito a studi minuti; dai quali forse si ripromette quella fama che non ha potuto raggiungere, colle conferenze brillanti di superficialità. In compenso i buoni faentini l'hanno collocato
tra i numi cittadini, e l'idolo sa nascondere egregiamente la propria senilità con toscane piacevolezze.
Giuseppe Donati, Faenza, in "La Voce", Firenze, anno I, n. 50, 25 novembre 1909, p.2.
Giuseppe Donati, giornalista e uomo politico faentino, protagonista dell'antifascismo cattolico,
pubblica sulla Voce di Prezzolini un lungo articolo sulla condizione culturale della città
di Faenza. L'ultimo paragrafo, qui riportato, è dedicato al Liceo.