Faenza
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Il museo. Ribera e Baccarini. Nel corpo dell’antico palazzo rosso affocato nel meriggio sordo l’ombra cova sulla rozza parete delle nude stampe scheletriche. Durer, Ribera. Ribera: il passo di danza del satiro aguzzo su Sileno osceno briaco. L’eco dei secchi accordi chiaramente rifluente nell’ombra che è sorda. Ragazzine alla marinara, le liscie gambe lattee che passano a scatti strisciando spinte da un vago prurito bianco. Un delicato busto di adolescente, luce gioconda dello spirito italiano sorride, una bianca purità virginea conservata nei delicati incavi del marmo. Grandi figure della tradizione classica chiudono la loro forza tra le ciglia.
La giornata di un nevrastenico
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Mi ferma il mio antico compagno di scuola, già allora bravissimo ed ora di già in belle lettere guercio professor purulento: mi tenta, mi confessa con un sorriso sempre più lercio. Conclude: potresti provare a mandare qualcosa all’Amore Illustrato (Via).
Dino Campana, Canti Orfici, Marradi, 1914
A Dino Campana è dedicata una sezione di questo sito, a cui rimandiamo.
Abbiamo riportato qui due passaggi dei Canti Orfici che rievocano la sua esperienza di studente al Torricelli.
Il "palazzo rosso" ospitava ed ospita, oltre alla pinacoteca comunale, il liceo
di cui fu allievo nel 1900-01. Il compagno di scuola era il linguista Oddone Assirelli. Si incontrano
sotto i portici di Bologna; Assirelli è già laureato. Campana si lascia scappare una confidenza: sta cercando un editore per i suoi testi. Assirelli gli
propone di inviarli ad un periodico rosa.
Sia per il palazzo che per il compagno Campana usa l'aggettivo "antico" che nei "Canti Orfici" designa sempre qualcosa che, anche se lontano nel tempo,
agisce ancora profondamente nella memoria.