Edda Sangiorgi (Faenza 1927-Imola 2012) è stata allieva del Liceo Torricelli dal 1941 al 1946, anno in cui si è diplomata con la media dell’otto.
In quegli anni Edda ha tenuto un diario la cui prima pagina porta la data 12 giugno 1942, “penultimo giorno di scuola”. Da una finestra della pinacoteca Edda osserva in cortile gli studenti che si mettono in posa per le foto di classe. Alcune di quelle foto, sopravvissute, sono visibili nell’archivio fotografico del Torricelli.
Il diario di Edda racconta la storia di una ragazza vivace, intelligente, avida di conoscenze e di esperienze, che guarda al futuro con tenacia e ottimismo, che aspira a diventare qualcuno nella vita e sogna il “grande amore”; ma sempre con i piedi ben piantati per terra, sorretta da solidi valori morali e una profonda fede religiosa. Attraverso una scrittura ora spigliata, ora tormentata, ora meditativa, perfino graficamente diseguale a seconda dei suoi mutevoli stati d’animo, tutto il mondo di Edda si schiude al nostro sguardo: la vita familiare, le amiche del cuore, le instancabili letture, i successi scolastici (Edda ricopia sul diario i suoi temi migliori con il giudizio e il voto dell’insegnante), il rapporto coi professori, gli spettacoli teatrali nella parrocchia di S. Ippolito (Edda ne riporta minuziosamente le trame), il primo amore “segreto”, le gite in bicicletta, il desiderio continuamente frustrato, a causa delle ristrettezze economiche, di studiare pianoforte, l’impegno caparbio nel voler imparare a nuotare nel fiume Lamone, e, sullo sfondo, la tragedia della guerra, gli allarmi aerei, i bombardamenti, le distruzioni, la morte di persone care, di compagni di scuola, i disagi della vita da “sfollata” e, al ritorno, lo squallore di una città diroccata e le amare riflessioni sul drammatico destino dell’amata Faenza, della patria e dell’intera umanità travolta dal folle turbine della guerra. Eppure, anche nei momenti più bui, Edda riesce sempre a ritrovare il filo della speranza, anche dalle vicende più dolorose sa trarre una lezione utile per la vita futura.
Il diario termina nel 1947. Nello stesso anno Edda, studentessa di lettere classiche a Bologna, conosce Germano e inizia con lui una lunga corrispondenza epistolare che si concluderà nel 1951, anno del loro matrimonio. Il carteggio, pubblicato a cura dei figli presso l’editore Bacchilega di Imola col titolo “Scrivimi, non lasciarmi così”, rappresenta il proseguimento ideale del diario, un diario scritto a due mani, il racconto del “grande amore” che Edda aveva sempre sognato da adolescente e che si è poi realizzato felicemente lungo il corso di tutta la sua vita.
Il diario in formato pdf
Diario - Parte prima (dal 12 giugno 1942 al 12 luglio 1943)
Diario - Parte seconda (dal 18 luglio 1943 al 18 ottobre 1947)